Dominio de Pingus

vini e cantine

A soli 23 anni dalla sua fondazione, Dominio de Pingus produce alcuni dei vini più ricercati al mondo, data la qualità e le poche bottiglie in circolazione. In questo articolo trovate le mie note di degustazione di un loro vino e la storia di questa piccola ma grande cantina.

Luca-Martini_Note-degustazione

Dominio de Pingus, “Pingus” 1996

In questa seconda annata prodotta, il vino mostra subito la sua grandissima stoffa sin dal primo assaggio. Si vede – e si sente – la grande marcia che questa terra può donare a questi vini fin dall’inizio: un vino che riflette a pieno tutto quello che è l’interazione tra la tradizione del varietale e la modernità delle tecniche di vinificazione.

Un naso più dolce della precedente ’95, dove troviamo frutti che ricordano la prugna matura e il cassis maturo.

In bocca dei tannini molto performanti, liquidi, che si sciolgono. È sofisticato, ma allo stesso tempo di un’eleganza disarmante, lungo al palato, con un finale che ricorda i frutti maturi. Grande serbevolezza.

pingus dominio de pingus 1996

La storia della cantina

Peter Sisseck nasce a Copenhagen nel 1962. Dopo la laurea all’Università di Bordeaux in enologia, lavora a fianco di suo zio Peter Vinding-Diers per importati cantine a Bordeaux e in California.

Nel 1990 diventa l’enologo della prestigiosa Hacienda Monasterio, ma il suo desiderio è quello di avere una cantina tutta per sé, producendo il proprio vino. E così, nel 1995, corona il suo sogno: acquista delle vecchie vigne di Tempranillo nel villaggio di La Horra, nella Ribera del Duero, e fonda l’azienda. Nasce Dominio de Pingus.

Il nome della cantina deriva dal soprannome di Peter Sissek, Pingus appunto. É stata la sua zia acquisita, moglie di Peter Vinding-Diers, a dargli questo nomignolo, in ricordo del suo cartone animato preferito da bambina, “Peter e Ping”.

La filosofia di Pingus punta a produrre “al naurale”, con un rispetto per l’ambiente enorme. L’azienda infatti inizialmente produceva in biologico, ma nel 2000 si è convertita alla viticultura biodinamica. Le rese per ettaro sono bassissime, in relazione anche alle dimensioni dei vigneti: solo cinque ettari. Le vigne si trovano nel paese di La Horra, mentre la piccola e modesta cantina si trova a 50 km di distanza, a Quintanilla de Onésimo.

In cantina le fermentazioni sono svolte solo con lieviti indigeni, in modo da ottenere una migliore pigmentazione e maggiori aromi. Il processo di macerazione e fermentazione – che av­viene sia in tini di ac­ciaio inos­si­da­bile che in grandi tini di le­gno – dura circa 20 giorni e poi i vini passano in botti per la fermentazione malolattica. Qui sono lasciati riposare tra 18 e 20 mesi in barrique nuove di Dar­na­jou e Taransaud – barrique delle migliori aziende in circolazione -. I vini, ovviamente, non subiscono né filtrazioni né chiarificazioni.

botti dominio de pingus

I vigneti sono divisi in tre parcelle: uno a San Cristòbal, 1,2 ettari con viti di 70 anni, e due vicino a Parroso, 3,5 ettari, di cui 2,5 con viti di 60 anni tutte coltivate a Tinto Fino – o chiamato anche Tempranillo -. I terreni sono completamente diversi gli uni dagli altri: si passa da estremamente calcarei ad argillosi, tutti sempre ricoperti da sassi.

botte dominio de pingus

L’azienda produce tutt’ora quattro tipologie di vini: Pingus, Flor de Pingus, Ribera del Duero “Amelia” e PSI.

Pingus è il primo vino prodotto dell’azienda. Raggiunge la notorietà quando Jeffrey Davies, un négociant di Bordeaux, porta qualche campione di Pingus ’95 – la prima annata prodotta – in Francia. Tutti impazzirono per quel vino, compreso il critico Robert Parker, il quale assegnò al vino 100/100, definendolo “One of the greatest and most exciting wines I have ever tasted”.

Nel 1997, un altro evento contribuisce a far diventare Pingus un vino di nicchia: una nave diretta negli Stati Uniti naufraga con ben 75 casse di Pingus a bordo. Inutile dire che le poche bottiglie rimaste raggiunsero prezzi astronomici, contribuendo a far diventare Pingus un vino irraggiungibile per molti ancora oggi. La produzione attuale si aggira intorno alle 300-400 casse prodotte per ogni annata.

Flor de Pingus è ottenuto da uve acquistate da piccoli viticoltori della zona di La Horra. Le vigne hanno almeno 35 anni e la prima annata ad essere stata prodotta è la 2005. Se ne producono circa 3000-4000 casse ogni anno.

vigneti dominio de pingus

Amelia è una cuvèe ottenuta da una sola botte. Le uve impiegate per la produzione provengono da una speciale parcella con viti di oltre 100 anni. La prima annata prodotta è stata la 2003. Vengono prodotte solo 25 casse all’anno.

PSI è un nuovo vino prodotto dall’azienda e nasce dalla voglia di Peter di creare un vino relativamente poco costoso in collaborazione con altri coltivatori della zona. Questi piccoli produttori sono costretti a ricorrere a prodotti chimici per mantenere i loro vitigni produttivi: sono pagati per tonnellate prodotte, non la qualità del vino ottenuto. Per questo motivo Peter gli ha insegnato i fondamenti della viticultura biologica e biodinamica, perché vorrebbe che in un futuro riescano a produrre dei vini qualitativamente migliori.

Dal 2006 Peter e Pablo Rubio, in collaborazione per questo progetto, comprano le uve ai proprietari di queste vigne, ma solo in cambio di una promessa, quella che non estirperanno mai i vigneti. La prima annata di PSI prodotta è la 2007, imbottigliata sotto il nome di Bodegas y Viñedos Alnardo.

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